In memoria delle vittime del crollo del ponte Morandi
Buongiorno, sono il direttore di questa piccola attività che prende il nome di THE POLITICAL TRUTH. Prima di partire con l'articolo vorrei porgere le mie scuse per il lungo periodo di chiusura estiva. Ora siamo tornati, pronti e soprattutto carichi per riprendere a pubblicare. Ma forse ho già parlato abbastanza. Buona lettura.
PONTE MORANDI: QUANDO AVVENNE IL CROLLO
Il 14 agosto 2018 alle ore 11:36 crollò l'intero sistema bilanciato della pila 9 del ponte insieme al pilone di sostegno, provocando 43 morti e 566 sfollati. Per due anni il traffico è stato quindi forzatamente deviato sia in entrata che in uscita della A10 nello svincolo di Genova Aeroporto, provocando grossi problemi alla circolazione urbana ed extraurbana.
CONSEGUENZE
Nel febbraio 2019 è stata avviata la demolizione delle sezioni residue del viadotto, inizialmente mediante tecniche di smontaggio meccanico; l'intervento è culminato, idealmente e a livello mediatico, nella demolizione con esplosivi dei due piloni strallati superstiti, avvenuta il 28 giugno 2019, per poi concludersi (eccetto che per la rimozione delle macerie) con la demolizione dell'ultima pila il 12 agosto 2019. Ciò ha determinato la chiusura al traffico del raccordo fra A7 e A10 e di numerose strade sottostanti, oltre che della linea ferroviaria di raccordo con il porto, nonché la necessità di evacuare per motivi precauzionali 566 persone residenti nelle case presenti sotto il pilone n. 10.Il Consiglio dei ministri, il 15 agosto, ha dichiarato lo stato di emergenza nel territorio del Comune di Genova per la durata di dodici mesi e ha successivamente nominato il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti, commissario straordinario per l'emergenza. A fine agosto sono stati consegnati i primi alloggi ad alcune centinaia di persone residenti nella "zona rossa", obbligate cautelativamente ad abbandonare le proprie abitazioni nei giorni successivi al crollo.
Il 7 luglio 2020 è iniziato il processo con 59 imputati, centinaia di persone hanno chiesto risarcimenti. Tra i 59 imputati ci sono dirigenti, funzionari e tecnici di Autostrade per l’Italia, Ministero delle Infrastrutture e Società progettazioni edili autostradali (Spea,). Le accuse sono omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, crollo doloso, omissione d’atti d’ufficio, attentato alla sicurezza dei trasporti, falso e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro. Sono quasi 170 i testimoni dell’accusa. Le indagini, prima del rinvio a giudizio, sono durate tre anni.
Questo tragico evento, che non deve più succedere in futuro, ha portato via con se' troppe vite umane. La speranza è che l'insegnamento di ciò che è successo sia servito da lezione ai soggetti deputati al controllo e abbia fatto capire che solo la continua manodopera e manutenzione possono evitare altre simili tragedie.
R. De Gilio
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