In ricordo del Magistrato Francesco Coco
Esattamente 47 anni fa venne assassinato nei pressi della sua abitazione di Genova, il Magistrato Francesco Coco e, insieme a lui, in quel tragico giorno persero la vita 2 agenti della scorta. L'attentato venne poi rivendicato nelle aule della corte di giustizia di Torino da parte delle Brigate Rosse.
CHI ERA FRANCESCO COCO?
Francesco Coco nasce a Terralba, in Sardegna, il 12 dicembre del 1908. Dopo essersi laureato in giurisprudenza inizia da subito una brillante carriera, prima come Pretore e poi come Sostituto Procuratore, prima a Nuoro e poi a Cagliari. Riuscirà ad accumulare una trentina di ergastoli tutti con la sua firma. Nel 1960 assume l'incarico di procuratore generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Genova.
Nel maggio 1974 si oppose al rilascio degli otto detenuti ex-militanti del Gruppo XXII Ottobre per la liberazione del giudice e amico Mario Sossi (sequestrato dalle Brigate Rosse). Il magistrato, assieme alla Corte D'Appello, dispose il rilascio a condizione della "stabilita incolumità del giudice Sossi". Invece, una volta verificata la liberazione del collega Sossi, impugnò in Cassazione la decisione di liberazione, sostenendo che il collega non era esattamente incolume (riportava delle leggere contusioni) e impedì il rilascio dei Brigatisti. La notte prima di proporre ricorso in Cassazione ricevette la telefonata dell'allora Presidente della Repubblica, Leone, il quale, non ebbe neanche l'occasione di sollecitare tale presa di posizione, dato che il giudice Francesco Coco immediatamente gli disse: "Farò il mio dovere sino in fondo".
Per questo motivo l'8 giugno del 1976 a Genova alle ore 13:30, insieme ai due agenti della scorta, il brigadiere di polizia Giovanni Saponara, che camminava al fianco del magistrato e l'appuntato dei carabinieri Antioco Deiana, mentre era in sosta sulla Fiat 132 di servizio, lontano dal luogo dell'attentato, venne assassinato a colpi di rivoltella e mitraglietta Skorpion nei pressi della sua abitazione in Salita Santa Brigida, una traversa della centralissima via Balbi a pochi metri dall'Università degli Studi e dalla stazione ferroviaria di Genova Piazza Principe. Il giorno dopo, alcuni militanti delle Brigate Rosse (fra cui Prospero Gallinari e Renato Curcio), durante lo svolgimento di un processo in cui erano imputati, rivendicarono nell'aula del tribunale di Torino l'omicidio del Procuratore Generale, che lasciava moglie e tre figli.
R. De Gilio
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