Sono passati esattamente 30 anni dalla strage dalla strage di via dei Georgofili, l'associazione criminale a delinquere e a stampo mafioso che oggi è conosciuta con il nome di "Cosa Nostra" nella notte tra il 26 e il 27maggio 1993 venne piazzata una autobomba in via dei Georgofili (FI), nei pressi della storica Galleria degli Uffizi. L'esplosione di un furgone Fiat Fiorino di colore bianco era stato imbottito con 277 chilogrammi di esplosivo che provocò l'uccisione di cinque persone: i coniugi Fabrizio Nencioni (39 anni) e Angela Fiume (31 anni) con le loro figlie Nadia (9 anni) e Caterina (appena 50 giorni di vita) e lo studente Dario Capolicchio (22 anni), nonché il ferimento di una quarantina di persone. Tale attentato viene inquadrato nella scia degli altri attentati del 1992-1993 che provocarono la morte di 21 persone (tra cui i giudici Falcone e Borsellino) e gravi danni al patrimonio artistico.
"Nessun fiorentino, nessun italiano, potrà mai dimenticare la strage dei Georgofili. Così come nessuno potrà mai cancellare dalla memoria quegli anni così difficili per la nostra nazione, segnati da altri sanguinosi attentati e stragi. Il governo rivolge il suo pensiero commosso a tutti i familiari delle vittime e rinnova il suo ringraziamento ai servitori dello Stato che, spesso nell'ombra e tra mille difficoltà, hanno lottato e lottano contro la mafia. E che con il loro instancabile lavoro avvicinano sempre di più il definitivo tramonto della criminalità organizzata" parla il primo ministro Giorgia Meloni in commemorazione ai caduti.
R. De Gilio
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