Come si è arrivati alla guerra civile in Sudan?

Sabato 15 aprile il Sudan è tornato nel caos con lo scontro armato di 2 eserciti, il primo esercito è governato dal presidente Abdel-Fattah al-Burhan,  mentre il secondo è un gruppo armato paramilitare con oltre 100.000 uomini chiamato Rsf cioè "forze di supporto rapido" gestito dal vicepresidente filorusso Mohamed Hamdan Dagalo. Possiamo dedurre che i motivi dello scontro siano una rivalità politica tra i due generali ai vertici del Consiglio sovrano che guida il Paese, il paese è sfociato in scontri e violenze, prima concentrati solo nella capitale Khartoum e poi estesi anche in altre città, al momento contiamo più di 400 persone uccise oltre 4.000 ferite negli scontri, l'UNICEF ha aggiunto che tra le vittime si contano almeno nove bambini uccisi e più di 50 feriti. 

Per comprendere a pieno la vicenda dobbiamo tornare indietro di qualche anno, più precisamente nel 2019. Dopo 30 anni di dittatura da parte di Omar Hasan Ahmad al-Bashir fu deposto con un golpe condotto dall'attuale presidente del sudan Al-Burhan e dal' attuale vicepresidente Dagalo erano entrambi mossi dalle stesse idee, ovvero, far dimettere il dittatore Al-Bashir. Dopo la decaduta del Governo dittatoriale si instaurò un governo transitorio che avrebbe dovuto portare poi a elezioni democratiche.

Verso la fine del 2022 l’equilibrio precario della convivenza tra Dagalo e al-Burhan inizia a cedere. L’esercito governativo, dietro la promessa di ricevere nuovi aiuti economici da parte della comunità internazionale, aveva acconsentito a riprendere la via della democratizzazione.  Si chiedeva però che le Rsf venissero integrate nell’esercito, in un periodo massimo di due anni, così da formare un unico corpo militare. Dagalo, a cui questa condizione non è mai piaciuta, ha proposto invece un processo per l’integrazione dei due comandi più lento, che potrebbe durare in tutto fino a 10 anni. Da quel momento l’unione tra i due si è rivelata come una lotta per il potere, a colpi di accuse. Fino a tramutarsi in una lotta armata.

R. De Gilio

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