UE, l'ennesimo regalo al colosso cinese
LA DIRETTIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO
prevede che gli edifici raggiungano almeno la classe energetica E entro il 2030 e la D entro il 2033 e la neutralità assoluta entro il 2050, su una scala che va da A a G, quest’ultima corrisponderà al 15% di edifici con le peggiori prestazioni nel parco immobiliare di ogni singolo Stato membro. Gli edifici non residenziali e quelli pubblici dovranno raggiungere gli stessi obiettivi rispettivamente entro il 2027 e il 2030. In questo modo, l’Unione Europea vuole ridurre i consumi energetici e le emissioni di CO2 del parco immobiliare all’interno dei suoi 27 paesi membri.
DEROGHE
Potranno essere esclusi dal raggiungimento degli obiettivi di efficientamento del parco residenziale gli edifici protetti di particolare pregio storico e architettonico, i luoghi di culto, gli edifici temporanei, le seconde case utilizzate per meno di quattro mesi all'anno, gli immobili autonomi con una superficie inferiore ai 50 metri quadri. Accanto a questo, possono essere esentati gli edifici di edilizia residenziale pubblica, dal momento che le ristrutturazioni potrebbero portare a una crescita dei canoni di locazione. E, ancora, i Paesi membri potranno chiedere alla Commissione di adattare i target europei per particolari categorie di edifici residenziali, per ragioni di fattibilità tecnica ed economica.
PROBLEMATICHE IN ITALIA
Purtroppo le buone intenzioni si scontrano con una realtà particolarmente pesante, almeno in Italia. Stando ai dati in possesso di Confedilizia, nel nostro paese non sono in regola almeno 9 milioni di edifici su un totale di 12,2 milioni. Il 75% degli immobili presenti nel nostro paese è stato costruito prima che entrasse in vigore la normativa sul risparmio energetico e sulla sicurezza sismica. Andando a dare un’occhiata agli attestati di prestazione energetica, che sono stati emessi nel 2020, il 75,4% si riferisce ad immobili che rientrano nelle classi energetiche più inquinanti: E, F e G. oltre il 35,5% degli immobili appartiene proprio a quest’ultima classe energetica.
I contribuenti nostrani, per adeguarsi alle linee imposte dall’Europa, saranno costretti ad effettuare costose ristrutturazioni, per almeno due immobili su tre. Una delle conseguenze più pesanti della decisione europea è una svalutazione degli immobili nella classe energetica più bassa. Confedilizia, inoltre, ha sottolineato un ulteriore problema: in molti casi gli interventi richiesti per le case green non si possono realizzare materialmente, a causa delle caratteristiche stesse degli edifici interessati. I tempi strettissimi, con i quali adeguare gli immobili, inoltre, potrebbero provocare un vero e proprio scossone al mercato, causando un aumento spropositato dei prezzi, per l’impossibilità di trovare le materie prime, i ponteggi e la manodopera.
Sfido chiunque a negare la necessità di avere degli immobili ecologici e che impattino il meno possibile sull’ambiente, o delle autovetture sostenibili come poco fa era stato proposto dalla nostra cara amica UE. Però, ci sono paesi dove al momento è molto difficile attuare queste misure uno tra questi l'Italia, quindi mi chiedo perché colpire proprio noi europei?? Forse per fare l'ennesimo regalo alla Cina?? Guardando le classifiche si vede chiaramente che la Cina si posiziona al 1° posto della classifica per emissioni di CO2 con 9.838.754.028,00. Non me ne intendo molto di ingegneria ma non credo che i prodotti per realizzare un pannello solare o una batteria crescano sugli alberi, domanda ancora più inerente all'argomento, come li smaltiamo?
R. De Gilio
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