L'Italia dice no!
IL DISEGNO DI LEGGE CONTRO I CIBI SINTETICI
Il divieto di produzione e importazione di cibi sintetici viene esplicitato dall'articolo 2 del provvedimento, laddove si spiega: "Sulla base del principio di precauzione di cui all’articolo 7 del regolamento (CE) 178/2002 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 28 gennaio 2002, è vietato agli operatori del settore alimentare e agli operatori del settore dei mangimi, impiegare nella preparazione di alimenti, bevande e mangimi, vendere, detenere per vendere, importare, produrre per esportare, somministrare oppure distribuire per il consumo alimentare, alimenti o mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o da tessuti derivanti da animali vertebrati" si prevedono sanzioni da 10 a 60mila euro, o in alternativa il 10% del fatturato totale annuo, per chi produce, vende, distribuisce o somministra alimenti, bevande e mangimi realizzati in laboratorio partendo da cellule animali. I divieti contenuti all’articolo 2 del ddl non si applicheranno ai prodotti legalmente fabbricati o commercializzati in un altro Stato membro dell'Unione europea. Qualora insomma l’Efsa, l’autorità Ue per la sicurezza alimentare, dovesse approvarne l’uso negli Stati membri, per le regole comunitarie della libera circolazione dei beni e dei servizi l’Italia non potrebbe opporsi alla loro distribuzione.
Le critiche al disegno di legge sono arrivate da alcune associazioni animaliste: «La carne sintetica è un prodotto che offre una soluzione a diversi problemi correlati alla produzione della carne: una produzione che non lede il benessere animale, la sostenibilità ambientale e la sicurezza alimentare. Anche se la produzione di carne coltivata richiede l’utilizzo di cellule animali, può rappresentare un’alternativa cruelty free alla produzione di carne che può andare incontro a chi ancora non ha abbracciato la scelta vegetariana o vegana» scrive l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) .
Mi ritrovo a dover ringraziare profondamente il Governo per aver fermato una pericolosa deriva che mette a rischio il futuro della cultura alimentare nazionale, delle campagne e dei pascoli e dell'intera filiera del cibo Made in Italy, di cui dobbiamo esserne orgogliosi.
R. De Gilio
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